sabato 14 luglio 2012

Il consulente va nell'ufficio con mutuo a tasso variabile di Pavia

colleghi fancazzisti che tacciano chiunque di fancazzismo

Il consulente, capita, non si sente abbastanza amato dai colleghi. Allora, per difendersi dall’emarginazione sociale di cui si sente vittima, crea un mondo fantastico dove immagina cose inverosimili lontane dalla realtà tipo avere una casa ordinata, la pancia piatta, i capelli. Poi, la tragedia di non avere la casa ordinata, la pancia piatta, i capelli lo riporta bruscamente alla realtà. E, come tutti i consulenti, si mette davanti al computer fingendo di lavorare, battendo le letterine sul computer che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Spesso scrive ai suoi amici per elaborare il lutto  della proria squadra retrocessa in Lega Pro, o per organizzare una sbronza mastodontica che gli deformerà la faccia che manco un’operazione maxillo-facciale, o per pianificare la costruzione di un ponte levatoio rotante di importanza strategica per fuggire dall’ufficio all’occorenza. E queste cose le scrive mentre i suoi colleghi invidiosi dall’altra parte della scrivania si preparano a distruggerlo non tanto come consulente, ma come uomo, e a tacciarlo di fancazzismo mentre loro a piedi nudi sotto la scrivania giocano con gli alluci smaltati di rosso a fruit ninja.

giovedì 12 luglio 2012

Mi hanno rigato l'auto


non è la mia auto, foss 'a madonn, è solo a mo' di esempio

Mi hanno rigato l'auto. Spero che tra di voi ci sia chi mi ha rigato l'auto così che possa leggere di persona quanto ho da dirgli. Cornuto. Sappi che quella era la mia auto. E a ricordartelo saranno le mie maledizioni. Che tu abbia la distrofia muscolare tutte le mattine appena alzato tanto da camminare come un elefante incatenato mentre un ex aguzzino schedato nelle carceri rumene all'epoca di Ceausescu ti fa un cumshot col tuo stesso cazzo. Che per il crimine commesso da un kossovaro tu finisca in carcere con un omosessuale vestito da Cirque du Soleil con il piede schiacciato sul pedale del sentimentalismo. Che il gas nervino liberato accidentalmente da uno scienziato pazzo infetti tutti i tuoi condomini trasformandoli in zombie cannibali che puntano dritto verso tua madre e tu non puoi fermarli perchè è ancora mattina e hai la distrofia muscolare. Che una tempesta magnetica ti precipiti su un pianeta governato da foggiani che scopriranno con te la loro animalità rimossa. Che un maniaco sessuale duro di pugno ma tenero di cuore ti perseguiti ovunque seguendo le tue tracce correndo sulle grondaie, stando in bilico su un treno in corsa, catapultandosi da un elicottero centrando a secco il tuo buco del culo. Cornuto. Era la mia auto.

mercoledì 11 luglio 2012

Le vere scuse ai genovesi

 di Giuseppe Farinelli, Libero, pp. 48, 11 luglio 2012, euro 1,20



Avviso ai lettori. Ogni riferimento a persone, luoghi, fatti realmente accaduti è frutto della scelta estetica dell'autore.

Penso che il capo della Polizia Manganelli debba chiedere scusa ai genovesi e agli italiani tutti non per quello che alcuni poliziotti, malpagati e bistrattati da tutti anche da quelli che da loro sono difesi, hanno fatto nella Caserma Diaz di Genova, ma alla cittadinanza di Genova che ha visto in una giornata di follia un migliaio e forse più di quei giovani (forse tra essi anche quelli della famosa Caserma - a proposito, sarà il caso di cambiarle nome? infatti non le si addice il nome di colui che vinse la Guerra mondiale contro l'Austria nel 1918) distruggere tutto quello che si poteva nel pieno centro di quella splendida città.

martedì 10 luglio 2012

comunicati radiofonici #1




Ascolta. Sei in cucina. Mi riscaldi la pasta con ceci e formaggio. La mia felpa è infeltrita. Mi dici di non trascurare la felicità. Sui giornali in questi giorni si è disquisito, per lo più con accenti infelici, di padri e madri che si ribellavano davanti al commissariato perché il loro rampollo ancora acerbo aspirava spinelli. A Gaza, sui giornali in questi giorni,  si è disquisito di padri e madri che sono ruzzolati al commissariato perché avevano smascherato la figlia pianificare un attentato sulla folla del mercato per farsi brillare come una bellissima stella cometa, i bastardi le avevano detto. Luoghi diversi, ma affini affanni di dominio domestico sui figli. Mi dici magari ci servisse la recita atroce del mondo, perlomeno a relativizzare i nostri assilli di abbienti. Vizi nati dal tedio che colmiamo con tragedie in penuria di altre tragedie più serie. Rendiamo grazie alla fortuna e al corso degli eventi. Senza scrutare quanto di ombelicale, spilorcio, meschino c' è nei nostri fiatoni. Per noi l' afflizione è scorgere in un tiretto qualche cartina, per altri è vedere, nello stesso tiretto, un innesco e un messaggio di congedo.

giovedì 5 luglio 2012

Breve reportage sulle zanzare tigre negli appartamenti subaffittati di Pavia

Studenti pavesi barricati in casa per sfuggire alle zanzare tigre

Due studenti di 27 e 25 anni, Loco e Vico, hanno vissuto l' adolescenza innalzando barricate nel loro appartamento subaffittato di Pavia e non ne sono mai usciti neanche per tornare dai loro genitori. Una tragica, quasi impietosa prigionia dovuta al provvedimento dei genitori stessi di risparmiare ai figli il contatto incauto con le zanzare tigre. Ma non si tratta di un caso isolato. In questi ultimi anni si è fatta sempre più fitta la segregazione degli studenti a causa dell' emigrazione di zanzare equipaggiate di minipimer che, abbandonate risaie, stalle e ovili, sono accorse negli appartamenti subaffittati in cerca di giovani a cui scassare il cazzo. Soli, depressi, con il cervello e lo stomaco che funzionano ormai a scartamento ridotto, i ragazzi hanno ammesso che preferirebbero essere rinchiusi in carcere: ma la loro richiesta di cambiamento e riduzione della condanna è stata freddamente respinta dai familiari. Il dramma di Loco e Vico, barricati in casa e incollati alle facezie del televisore da mane a sera, è condiviso a Pavia da legioni di studenti che faticano a raggiungere l'Università e quindi a conseguire un semplice attestato, per non parlare di diploma o di laurea. È quanto emerge dalla conversazione col vicepreside dell'Università di Pavia, Bieco Lulele, che ha dedicato gran parte della sua vita all' insegnamento nei centri CEPU: “Sono tante le famiglie che non mandano i figli all'Università - esordisce - per il timore che vengano aggrediti o rapiti dalle zanzare più violente. Con gli studenti non parliamo mai del fenomeno delle punzecchiature. È una cosa mostruosa e non capirebbero”.