lunedì 4 giugno 2012

Brevissima esegesi kubrickiana: A Clockwork Orange

Tesi: l'arte è libero arbitrio, il libero arbitrio è affermazione, l'affermazione è violenza.


Svolgimento: tutta la pellicola di A Clockwork Orange è puntuta tanto di violenza quanto di arte. Di tutte le espressioni d'arte. Musica, pittura, scultura, teatro, danza, poesia, cinema, architettura. Ora, sappiamo che il nocciolo tematico del film, spolpato di tutti gli altri contenuti, è il libero arbitrio. Ora, mi chiedo, quale manifestazione più marcata dell'arte c'è per affermare il proprio libero arbitrio? Credo nessuna. E Alex, come altri personaggi di Arancia Meccanica, afferma se stesso solo attraverso l'arte. 

Druidi combattono in un decadente teatro del '700, secolo dell'Illumismo e della ragione ormai perduta come il senno d'Orlando sulla Luna.
Alex uccide collezionista d'arte con una scultura. La scena dell'assassinio è rappresentata graficamente come fosse pop-art.
Alex stupra la moglie di uno scrittore con una maschera.
Signore e signori, riguardate questa scena. Il tizio qui sopra non sta fuggendo, o se fugge lo fa danzando.
Vabbè. Un film, in cui il protagonista del film vede un film che sembra che stia vedendo noi che siamo un film. 

Conclusioni: Die Kunst, o Mensch, hast du allein.

4 commenti:

  1. Non ho capito... tu come fai a stuprare, uccidere e menare con la satira??

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    1. facile, basta seguire questi step: 1. scrivere battute in un blog satirico 2. partecipare a un reading in un centro sociale satirico 3. ordinare uno spezzatino alla birra satirico 4. chiedere insistentemente un coltello satirico 5. accoltellare l'autore della battuta satirica "Si concede all'amante sulla tomba del primo amore. "Ehi, che ne pensi se te lo metto nel loculo?". facile, no?

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