Le vacanze sono
finite. E il consulente torna in ufficio. Pallido come un defunto scappato poche ore dopo la tumulazione. Quindi entra. Fa un passo a destra. Alza la testa. Quasi piagnucola. Gli sembra che il cast di Grey's Anatomy abbia preso il possesso dell'ufficio.
Infatti, dopo le vacanze, i suoi colleghi sono tutti bellissimi. Hanno rimodellato i punti critici, hanno i capelli rivitalizzati, hanno la felicità a portata di mano e sorridono. Lui invece è di un bianco accecante, ha le occhiaie turchesi come gli albini e le orbite oculari come il mostro di Dusseldorf. Fin da subito la sua disperazione diventa sempre più forte. Avverte lentamente l'assotigliarsi del suo già ridottissimo equilibrio psico-fisico conquistato in anni di yoga, zumba e tisane al finocchio per donne in gravidanza. E mentre si accartoccia su se stesso davanti all'incredulità dei suoi colleghi, il suo viso si rabbuia. Non è più un uomo, ma un giaciglio di
dolore. Se vi stavate chiedendo dove fosse finito l’aereo del Pentagono, ebbene, ce l'ha lui, gli si è schiantato dentro. Ed ora, mentre si domanda se nel mondo qualcuno sarà ancora capace di amarlo, i suoi colleghi nell'ufficio accanto ballano Toda goia toda beleza facendogli i gesti con la mano.
martedì 4 settembre 2012
lunedì 3 settembre 2012
The lie coach of this week is: Beppe Grillo
In verità vi
dico. Vogliono eliminarmi. Aizzano l'odio contro di me. Siete degli zombie,
siete morti viventi, vi seppelliremo, vaffanculo. Ci sono aizzatori di
professione. Vaffanculo. È come negli anni di piombo. Siete degli zombie. Non
discutono mai del merito del programma. Siete morti viventi. L'informazione sta
sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere. Vi seppelliremo. Si
attacca sempre con ferocia. Vaffanculo. In Parlamento ci solo larve pagate.
Fortunatamente io detto e Casaleggio scrive. Come insegna la storia, chi vuole
il cambiamento denuncia l' insostenibilità di un regime. È il trionfo del
nazionalismo. Siamo arrivati alla resa dei conti, al collasso economico e
sociale di una nazione. La lobby dei localari ha decretato che il chupito e gli
alcolici debbano essere l’unico motore enonomico della città. Le nostre paure
nascono da cose che non conosciamo. Ogni notte fuori dai locali milanesi della
movida risse, accoltellamenti, aggressioni ai residenti, spaccio di droga,
siringhe infette abbandonate nei portoni. La casta ci controlla con la paura. E
intanto, un’anziana del centro è morta quest’anno, vittima dello stress per
movida. I vigili urbani non servono quando le strade sono invase da migliaia di
ubriachi, grazie all'apertura continua di chioschi-bar, piccoli bugigattoli
che vendono tutta notte superalcolici, gestiti spesso da pregiudicati. Tutto
quello che non sapete è vero. Bin Laden non era tradotto bene, me lo ha detto
mio suocero.
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sabato 14 luglio 2012
Il consulente va nell'ufficio con mutuo a tasso variabile di Pavia
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colleghi fancazzisti che tacciano chiunque di fancazzismo |
Il consulente, capita, non si sente abbastanza amato dai colleghi.
Allora, per difendersi dall’emarginazione sociale di cui si sente vittima, crea
un mondo fantastico dove immagina cose inverosimili lontane dalla realtà tipo
avere una casa ordinata, la pancia piatta, i capelli. Poi,
la tragedia di non avere la casa ordinata, la pancia piatta, i
capelli lo riporta bruscamente alla realtà. E, come tutti i consulenti, si
mette davanti al computer fingendo di lavorare, battendo le letterine sul
computer che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Spesso scrive ai suoi
amici per elaborare il lutto della
proria squadra retrocessa in Lega Pro, o per organizzare una sbronza mastodontica
che gli deformerà la faccia che manco un’operazione maxillo-facciale, o per
pianificare la costruzione di un ponte levatoio rotante di importanza strategica per
fuggire dall’ufficio all’occorenza. E queste cose le scrive mentre i suoi
colleghi invidiosi dall’altra parte della scrivania si preparano a distruggerlo
non tanto come consulente, ma come uomo, e a tacciarlo di fancazzismo mentre
loro a piedi nudi sotto la scrivania giocano con gli alluci smaltati di rosso a
fruit ninja.
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giovedì 12 luglio 2012
Mi hanno rigato l'auto
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non è la mia auto, foss 'a madonn, è solo a mo' di esempio |
Mi hanno rigato l'auto. Spero che tra di voi ci sia chi mi ha rigato l'auto così che possa leggere di persona quanto ho da dirgli. Cornuto. Sappi che quella era la mia auto. E a ricordartelo saranno le mie maledizioni. Che tu abbia la distrofia muscolare tutte le mattine appena alzato tanto da camminare come un elefante incatenato mentre un ex aguzzino schedato nelle carceri rumene all'epoca di Ceausescu ti fa un cumshot col tuo stesso cazzo. Che per il crimine commesso da un kossovaro tu finisca in carcere con un omosessuale vestito da Cirque du Soleil con il piede schiacciato sul pedale del sentimentalismo. Che il gas nervino liberato accidentalmente da uno scienziato pazzo infetti tutti i tuoi condomini trasformandoli in zombie cannibali che puntano dritto verso tua madre e tu non puoi fermarli perchè è ancora mattina e hai la distrofia muscolare. Che una tempesta magnetica ti precipiti su un pianeta governato da foggiani che scopriranno con te la loro animalità rimossa. Che un maniaco sessuale duro di pugno ma tenero di cuore ti perseguiti ovunque seguendo le tue tracce correndo sulle grondaie, stando in bilico su un treno in corsa, catapultandosi da un elicottero centrando a secco il tuo buco del culo. Cornuto. Era la mia auto.
mercoledì 11 luglio 2012
Le vere scuse ai genovesi
di Giuseppe Farinelli, Libero, pp. 48, 11 luglio 2012, euro 1,20
Avviso ai lettori. Ogni riferimento a persone, luoghi, fatti realmente accaduti è frutto della scelta estetica dell'autore.
Penso che il capo della Polizia Manganelli debba chiedere scusa ai genovesi e agli italiani tutti non per quello che alcuni poliziotti, malpagati e bistrattati da tutti anche da quelli che da loro sono difesi, hanno fatto nella Caserma Diaz di Genova, ma alla cittadinanza di Genova che ha visto in una giornata di follia un migliaio e forse più di quei giovani (forse tra essi anche quelli della famosa Caserma - a proposito, sarà il caso di cambiarle nome? infatti non le si addice il nome di colui che vinse la Guerra mondiale contro l'Austria nel 1918) distruggere tutto quello che si poteva nel pieno centro di quella splendida città.
Avviso ai lettori. Ogni riferimento a persone, luoghi, fatti realmente accaduti è frutto della scelta estetica dell'autore.
Penso che il capo della Polizia Manganelli debba chiedere scusa ai genovesi e agli italiani tutti non per quello che alcuni poliziotti, malpagati e bistrattati da tutti anche da quelli che da loro sono difesi, hanno fatto nella Caserma Diaz di Genova, ma alla cittadinanza di Genova che ha visto in una giornata di follia un migliaio e forse più di quei giovani (forse tra essi anche quelli della famosa Caserma - a proposito, sarà il caso di cambiarle nome? infatti non le si addice il nome di colui che vinse la Guerra mondiale contro l'Austria nel 1918) distruggere tutto quello che si poteva nel pieno centro di quella splendida città.
martedì 10 luglio 2012
comunicati radiofonici #1
Ascolta. Sei in cucina. Mi riscaldi la pasta con ceci e formaggio. La mia felpa è infeltrita. Mi dici di non trascurare la felicità. Sui giornali in questi giorni si è disquisito, per lo più con accenti infelici, di padri e madri che si ribellavano davanti al commissariato perché il loro rampollo ancora acerbo aspirava spinelli. A Gaza, sui giornali in questi giorni, si è disquisito di padri e madri che sono ruzzolati al commissariato perché avevano smascherato la figlia pianificare un attentato sulla folla del mercato per farsi brillare come una bellissima stella cometa, i bastardi le avevano detto. Luoghi diversi, ma affini affanni di dominio domestico sui figli. Mi dici magari ci servisse la recita atroce del mondo, perlomeno a relativizzare i nostri assilli di abbienti. Vizi nati dal tedio che colmiamo con tragedie in penuria di altre tragedie più serie. Rendiamo grazie alla fortuna e al corso degli eventi. Senza scrutare quanto di ombelicale, spilorcio, meschino c' è nei nostri fiatoni. Per noi l' afflizione è scorgere in un tiretto qualche cartina, per altri è vedere, nello stesso tiretto, un innesco e un messaggio di congedo.
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giovedì 5 luglio 2012
Breve reportage sulle zanzare tigre negli appartamenti subaffittati di Pavia
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Studenti pavesi barricati in casa per sfuggire alle zanzare tigre |
Due
studenti di 27 e 25 anni, Loco e Vico, hanno vissuto l' adolescenza innalzando
barricate nel loro appartamento subaffittato di Pavia e non ne sono mai usciti
neanche per tornare dai loro genitori. Una tragica, quasi impietosa prigionia
dovuta al provvedimento dei genitori stessi di risparmiare ai figli il contatto
incauto con le zanzare tigre. Ma non si tratta di un caso isolato. In questi
ultimi anni si è fatta sempre più fitta la segregazione degli studenti a causa
dell' emigrazione di zanzare equipaggiate di minipimer che, abbandonate risaie,
stalle e ovili, sono accorse negli appartamenti subaffittati in cerca di
giovani a cui scassare il cazzo. Soli, depressi, con il cervello e lo stomaco
che funzionano ormai a scartamento ridotto, i ragazzi hanno ammesso che
preferirebbero essere rinchiusi in carcere: ma la loro richiesta di cambiamento
e riduzione della condanna è stata freddamente respinta dai familiari. Il
dramma di Loco e Vico, barricati in casa e incollati alle facezie del
televisore da mane a sera, è condiviso a Pavia da legioni di studenti che
faticano a raggiungere l'Università e quindi a conseguire un semplice
attestato, per non parlare di diploma o di laurea. È quanto emerge dalla
conversazione col vicepreside dell'Università di Pavia, Bieco Lulele, che ha
dedicato gran parte della sua vita all' insegnamento nei centri CEPU: “Sono
tante le famiglie che non mandano i figli all'Università - esordisce - per il
timore che vengano aggrediti o rapiti dalle zanzare più violente. Con gli
studenti non parliamo mai del fenomeno delle punzecchiature. È una cosa
mostruosa e non capirebbero”.
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